Le città dell'area Adriatica
Ostuni – La città bianca
La derivazione del toponimo Ostuni sembrerebbe di origine messapica.Discenderebbe dal nome STORNES che starebbe ad indicare gente di condizione servile. Un’altra ipotesi vede l’etimologia della parola formata da due termini greci: ASTY NEON. Ostuni, denominata la “ Città Bianca” per via del suo caratteristico centro storico interamente dipinto con calce bianca, è situata nella Murgia meridionale e sorge su tre colli ad un’altezza di 218 metri s.l.m. Già nel Paleolitico medio (50.000 – 40.000 anni fa) il territorio di Ostuni, caratterizzato da numerose grotte (ottimi rifugi per le primitive comunità), era frequentato da neandertaliani. La testimonianza archeologica più importante per il periodo preistorico è il famoso scheletro, databile a 25.000 anni fa, di “Delia”, una donna di circa 20 anni in procinto di partorire. La sepoltura fu ritrovata all’interno di una grotta in località S.Maria di Agnano. Il calco può essere ammirato all’interno del “Museo di Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale”, all’interno dell’ ex Convento delle Monacelle, nel pieno centro storico della città. Il primo nucleo abitativo è stato fondato dai Messapi ed era incentrato sui fianchi della collina e sulla piana digradante vers il mare. Per quel che riguarda il periodo romano, la ricerca archeologica ad ostuni ha riportato in luce tracce di vile romane nel territorio circostante la città. Durante l’alto medioevo la storia della città di Ostuni segue le vicende del resto d’Italia, percorsa da Ostrogoti, Longobardi e Saraceni. Fra l’XI e il XII secolo i Normanni costituirono la Contea di Puglia, istituita da Roberto il Guiscardo, dopo aver conquistato gli insediamenti bizantini pugliesi. Nel XII secolo Goffredo III, conte di Lecce con giurisdizione militare sulla Terra d’Otranto, costruì un castello sulla cima del colle più alto di Ostuni; oggi di quella costruzione imponente non ne resta più nulla se non una torretta. La dominazione degli Svevi vide uno sviluppo notevole della città di Ostuni, Federico II di Svevia fece del suo castello, insieme a quello di Oria, Taranto e Brindisi perno della difesa imperiale in Apulia. La particolare conformazione del borgo medievale di Ostuni risale al periodo angioino, con le case addossate le une sulle altre e la presenza di domus a più piani per poter sfruttare appieno in larghezza e altezza lo spazio disponibile all’interno delle mura. La città fu circondata da torrioni circolari in periodo aragonese e furono costruite quattro porte tra cui Porta Nova e Porta San Demetrio. Sotto il dominio spagnolo iniziò il periodo d’oro della città di Ostuni, sia dal punto di vista economico che culturale. La peste del XVII secolo risparmiò la città di Ostuni grazie alla pratica di imbiancare le case con la calce, in quanto disinfettante naturale. L’espansione della città si deve all’arrivo dei Borboni, Ostuni, si espande in direzione dei colli Casale, Cappuccini, Sant’Antonio. Il centro della vita cittadina si sposta in direzione dell’odierna piazza Libertà dove, nel 1771, è stata innalzata la colonna in onore di S.Oronzo. Ad oggi Ostuni è una rinomata meta turistica (parte integrante del “Parco naturale e regionale Dune costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo”) con la bellissima Cattedrale primo monumento visibile appena imboccata la via per arrivare in città.
Valle d’Itria
La Valle d’Itria è una depressione carsica posta nella parte meridionale dell’altopiano delle Murge e corrisponde ad un territorio a cavallo tra le province di Brindisi, Taranto e Bari, con i centri di Cisternino, Martina Franca e Locorotondo.
Il toponimo deriverebbe dalla Madonna dell’Odegitria, dal greco: colei che indica la via, protettice dei viandanti, un culto importato dai monaci basiliani che si insediarono nel territorio nel X secolo. Tipiche della Valle d’Itria sono le migliaia di case a cono, i trulli, tra le colline coperte da vigneti, le splendide masserie tra gli ulivi secolari e i centri storici caratterizzati da vicoli e stradine irregolari con le case imbiancate a calce e i balconcini fioriti.
Arte e cultura
Cattedrale di Santa Maria Assunta – Ostuni
La Cattedrale di Ostuni, dedicata a Santa Maria Assunta, inizia ad essere costruita durante il vescovado di Nicola Arpone (1437 – ’70), raffigurato ai piedi della Vergine nella lunetta dell’ingresso principale. Osservando la facciata della chiesa, tripartita da lesene, è possibile notare influenze gotiche e persistenze romaniche. Lo sguardo viene subito catturato dal grande rosone centrale con la rappresentazione del Cristo Salvator Mundi e cherubini. Sulle lunette degli ingressi laterali è possibile ammirare bassorilievi che rappresentano, sulla destra, San Giovanni Battista, sulla sinistra, San Biagio. La chiesa presenta una pianta a croce latina, suddivisa in tre navate. Numerose trasformazioni, avvenute nel corso del tempo, hanno interessato le strutture interne della Cattedrale: colonne inglobate da pilastri, soffitto con tele incastonate, stucchi che sovraccaricano il tutto. Le rare persistenze medievali riguardano gli affreschi aventi per soggetto il rinvenimento della Croce, santa Caterina d’Alessandria e la Madonna della Salute.
Cattedrale di Santa Maria Assunta
Comune: Ostuni
Indirizzo: via Cattedrale
Categoria: Architettura religiosa
Tipologia : Chiesa
Periodo: Medievale
Abbazia di Santa Maria di Cerrate – Lecce
L’Abbazia di Santa Maria di Cerrate è collocata nella campagna a Nord di Lecce, lungo la strada che collega Squinzano con Torre Rinalda. La struttura rappresenta uno dei pochi esempi di architettura romanica nel Salento. Del complesso originario, costruito nel XII secolo probabilmente su una fondazione greca del secolo precedente, lì dove sorgeva il casale medievale di Cerrate, rimane per lo più la chiesa romanica e due bellissimi frantoi ipogei. La facciata, con prospetto monocusidale animato da una serie di archetti, fa comprendere la spartizione della struttura interna; al centro un piccolo rosone, una monofora per lato e un portale duecentesco decorato con bellissime scene a rilievo. Lungo il lato sinistro è collocato un portico, risalente al XIII secolo, impreziosito da colonne cilindriche e poligonali che reggonobellissimi capitelli figurati. L’interno è a tre navate ed è coperto da un soffitto costituito da travi, canne e tegole. Il baldacchino posto sopra l’altare maggiore risale al 1269. Di notevole interesse sono gli affreschi che ricoprono le pareti interne della struttura relativi a due fasi di realizzazione: la prima fase della metà del XIII, la seconda del XIV secolo.
Abbandonato dai monaci il complesso fu donato nel XVI secolo all’Ospedale degli Incurabili di Napoli
Ambienti di più recente costruzione sono stati adibiti a “Museo delle tradizioni popolari”.
Il sito è attualmente gestito dal FAI – Fondo Ambiente Italiano.
Abbazia di Santa Maria di Cerrate
Comune: Lecce
Indirizzo: S.P. 100 Squinzano-Casalabate
Informazioni: Tel. 0832 361176
Mail faicerrate@fondoambiente.it
Ingresso con contributo libero
Attualmente in restauro è visitabile con i seguenti orari: sab-dom 10.00 – 16.00
Categoria: Architettura religiosa
Tipologia: Chiesa
Periodo: Medievale
Chiesa della Madonna d’Aurio – Surbo
La chiesa romanica della Madonna d’Aurio, del XII secolo, sorse nel casale medievale d’Aurio, dove era probabilmente collocato un layrionbasiliano, da cui deriva il nome stesso del casale. Irregolarità nella costruzione fanno pensare alla presenza di una più antica costruzione greca. Qui si festeggiava la Madonna d’Aurio, secondo il rito greco il martedì dopo Pasqua, festività religiosa da cui forse deriva l’attuale festa de Lu Riu. Dal 1837 la festa fu spostata a Surbo, ma veniva fatta una scampagnata a D’Aurio.
Secondo la tradizione popolare il culto nasce da un preciso episodio: alcuni contadini intenti a dissodare un terreno, rinvengono una statua in legno di colore scuro e priva di braccia, nel tronco cavo di un olivo in un luogo detto Aurio. Trasferita nella chiesa Madre del centro abitato, la statua scompare il giorno dopo per essere rinvenuta nel medesimo luogo in cui era stata ritrovata. Questo episodio può essere storicamente collegato al momento in cui le persecuzioni iconoclaste raggiungono il Salento e le icone sacre vengono nascoste e in seguito, a causa delle incursioni ottomane, se ne perde via via la memoria.
La struttura è caratterizzata da una facciata molto sobria, a capanna con spioventi ornati da archetti pensili, scandita da lesene; al centro, il portale lunettato con decorazione a motivi geometrici, è sormontato da un oculo che filtra la luce all’interno. La copertura è a tetto a spioventi impreziosita da decorazione ad archetti. Al suo interno è conservato un frammento di affresco raffigurante la Vergine col Bambino del Quattrocento, con un mantello ornato da lettere pseudo-cufiche.
La presenza di imbarcazioni graffite sulle pareti attesta il passaggio di viandanti che provenivano dal mare. La sagrestia, così come il campanile a vela, furono aggiunti in seguito.
Chiesa della Madonna d’Aurio
Comune: Surbo
Indirizzo: via d’Aurio
Informazioni: visitabile su richiesta. Pro Loco Surbo: prolocosurbo@virgilio.it
Categoria: Architettura religiosa
Tipologia: Chiesa
Periodo: Medievale