Le città dell'area Adriatica
Alliste
Il piccolo centro di Alliste è situato a sud di Gallipoli. Sullo stemma comunale sono raffigurate due grandi ali sormontate da una “A” maiuscola in riferimento al mito secondo cui la cittadina sarebbe stata fondata dai profughi di Felline (ora frazione del paese) fuggiti in seguito ad un’incursione dei Saraceni. Il nome Alliste venne dato dai coloni proprio per ricordare le ali dell’angelo che li avrebbe protetti durante la fuga.Il territorio cittadino fu bonificato nel XII secolo grazie ai monaci Basiliani residenti nella vicina Abbazia di Madonna dell’Alto. Nel centro del paese è possibile visitare la Chiesa di San Giuseppe fondata nel periodo medioevale, ma completamente ricostruita nel seicento in chiave barocca. Al suo interno è conservata tra le altre un’importate tela dedicata alla Madonna del Rosario. Nella Chiesa di S. Quintino, invece, è visibile nell’abside un ciclo di cinque tele a formato ovale dedicate al Santo. La Chiesa dell’Immacolata infine risale al 1700. Alliste ha come patrono San Quintino, anche se una cospicua parte della popolazione è devota alla Madonna Dell’Alto, venerata nell’abbazia posta su una collina che domina la città e dalla quale si osserva il mare; proprio quel mare che oggi è fonte di sviluppo legato al turismo.
Matino
Il borgo di Matino si trova ai piedi dell’omonima serra, da cui probabilmente deriva il suo antico nome matine (alture). Il piccolo centro storico è caratterizzato da stradine piccole e tortuose, suggestive corti e ipogei. La più antica testimonianza monumentale è la chiesa medievale dedicata a San Giorgio di origine cinquecentesca ma successivamente ingrandita. Da vedere il Palazzo Marchesale Del Tufo risalente al cinquecento e decorato in facciata con una elegante trifora. Grande importanza architettonica riveste la scuderia con le pareti affrescate e le mangiatoie a forma di nicchia con su i nomi dei cavalli. Di particolare pregio è anche la Chiesa della Pietà che presenta al suo interno splendidi altari barocchi dedicati alla Natività, all’Immacolata e a San Domenico oltre ad un ciclo di affreschi che decora l’abside e la volta con scene tratte dalle sacre scritture. Il luogo su cui sorge Matino ha avuto anche una frequentazione nel periodo preistorico di cui restano alcune testimonianze nell’area adiacente alla cripta di S. Ermete (sul costone dell’omonima Serra).
Parabita
Il piccolo centro di Parabita è situato sul versante ovest della collina di Sant’Eleuterio. La sua economia è basata soprattutto sulla produzione vinicola, olearia ed ortofrutticola. Le sue origini si perdono nell’incertezza delle fonti storiche. Nelle vicinanze si trova la Grotta delle Veneri, testimonianza del periodo preistorico. Le prime attestazioni del piccolo borgo risalgono al XIII sec. d.C. Da vedere il maestoso Catello Angioino ristrutturato nel 1540 dalla famiglia dei Castriota e successivamente a partire dal XVIII secolo dai nobili Ferrari, il cui stemma è ancora oggi visibile in facciata. Interessante anche la Chiesa di San Giovanni Battista, risale dal XIII sec. che conserva al suo interno due grandi affreschi raffiguranti San Cristoforo e la Vergine con San Gaetano. La Chiesa di Santa Maria dell’Umiltà, invece, sorge nel luogo in cui, prima dell’abbattimento delle vecchie mura, si trovava la porta di Gallipoli. La struttura, a navata unica, conserva ancora in facciata l’apparato decorativo originario che ruota intorno ad un grande rosone e al suo interno un affresco raffigurante la Vergine. Da visitare all’interno della città la Basilica Madonna della Coltura.
Collepasso
Collepasso deve il suo nome alla collina ricca di pascoli su cui è sorto; il suo toponimo, infatti, deriva dal latino “collis pascuorum” (colle dei pascoli). A caratterizzare il territorio circostante è la verde campagna delle Serre Salentine, dalle quali nasce il canale dell’Asso, il maggior corso d’acqua della zona sia per portata che per lunghezza. Il piccolo centro custodisce tra le sue vie numerosi edifici religiosi e civili di grande valore storico e culturale tra cui spicca il Palazzo Baronale, risalente al periodo feudale e oggetto di successivi interventi e ampliamenti fino XVIII sec. La cinta muraria ingloba l’antica torre difensiva di epoca bizantina presso la quale, in epoca feudale, veniva riscosso il pedaggio. Da vedere anche la chiesa ottocentesca della Natività di Maria Vergine, realizzata in carparo e pietra leccese, presenta una struttura a croce latina ed una grande cupola ribassata. La Cappella della Santissima Trinità fu edificata nel 1522 per i castellani e gli addetti alla sorveglianza del feudo, nonché per i pochi contadini che vivevano sui terreni baronali. Ristrutturato nel 1870, oggi presenta elementi in stile neoclassico.
Tuglie
Tuglie è un borgo dolcemente adagiato sul versante Jonico della fascia collinare delle “serre” salentine affacciate sul magnifico panorama della baia di Gallipoli. Il centro storico racchiude al suo interno numerosi edifici storici tra cui il Palazzo Ducale, edificato nei primi anni del seicento e antica dimora dei duchi Venturi oggi sede del ‘Museo della Civiltà Contadina e delle tradizioni popolari del Salento‘. Di pregio anche la Chiesa Matrice, edificata nel XVIII secolo, che conserva una facciata con tre eleganti portali. Affiancata al lato sinistro della facciata si erge la torre civica dell’orologio, costruita nel 1884, mentre la torre campanaria, in posizione più arretrata, risale al 1831. La Chiesa di di S. Giuseppe conserva al suo interno un pavimento in mosaico realizzato con tessere in marmo e risalente alla fine dell’ottocento. Interessanti anche l’antico frantoio ipogeo del XVII secolo, ubicato ai margini del centro storico, che ospita oggi al suo interno il Museo della Radio.
Tiggiano
Tiggiano è un borgo dell’entroterra salentino che ottenne l’indipendenza nella prima metà del XVII sec. quando la famiglia dei Serafini-Sauli acquistò la campagna limitrofe, compreso di borgo, riuscendo ad ottenere in seguito il titolo baronale. Il centro storico è un dedalo di piccole viuzze e corti tra le quali spicca il seicentesco Palazzo Baronale (attualmente sede del Municipio) fatto costruire dalla famiglia Serafini-Sauli. La struttura conserva ancora il maestoso portale d’ingresso sovrastato da un elegante loggiato e il grande cortile interno delimitato da arcate. Attualmente alcuni locali al piano terra ospitano il Museo delle Arti e della Filosofia dove è possibile ritrovare gli attrezzi utilizzati nelle antiche pratiche lavorative proprie del piccolo centro. Da vedere anche la seicentesca Chiesa di San Ippazio, patrono di Tiggiano e l’Oratorio di S. Michele costruire nel 1590, dalla famiglia degli Arcella. La struttura ospita al suo interno alcune tele di fine cinquecento e delle pregevoli statue realizzate in cartapesta.
Santa Maria di Leuca
Santa Maria di Leuca è situata al confine del Salento: il suo nome deriva dal greco leukos (bianco) poichè cosi appariva agli occhi dagli antichi marinai greci. “De finibus terrae” era invece il nome con cui i Romani designavano quest’ultimo lembo di terra. Da scavi effettuati sulla sommità del promontorio è emerso che l’area di Santa Maria di Leuca è stata abitata fin dall’età del bronzo. Nel periodo greco e romano il centro fu un’importante scalo marittimo sulle rotte commerciali tra oriente e mediterraneo occidentale. Nell’Ottocento iniziò l’impulsio turistico e balneare del centro spinto soprattutto dal desiderio dei nobili di disporre di abitazioni in riva al mare, motivo per cui sorgono ancora oggi a Leuca numerose Ville in stile liberty che oggi sono fiore all’occhiello del paese. Leuca è anche meta di pellegrinaggio in quanto secondo la credenza popolare il nome di “Santa Maria di Leuca” fu voluto da S. Pietro di Palestina, che proprio da qui iniziò la sua opera di evangelizzazione edificando un Santuario cristiano al posto del precedente tempio pagano. Da vedere la grande scalinata con 184 gradini che collega il Santuario di Santa Maria di Leuca, situato in posizione prominente sulla costa, al sottostante Porto. Lungo la scalinata una grande cascata d’acqua celebra il termine del lungo Acquedotto Pugliese. Nelle vicinanze del Porto, nel 1694 fu eretta una colonna con capitello corinzio per indicare il luogo in cui S. Pietro è sbarcato per iniziare la sua opera di evangelizzazione. Interessante anche il Faro a pianta ottagonale alto circa 50 metri, con lanterna dotata di 16 lenti, entrato in funzione nel 1866. La costa di Santa Maria di Leuca si presenta alta e frastagliata sull’Adriatico, più bassa e omogenea sullo Ionio. Entambi i lati sono ricchi di Grotte e suggestive cavità.
Ugento
La presenza nelle campagne limitrofe all’abitato ugentino di Menhir e Dolmen confermano la sua frequentazione fin dal paleolitico, ma fu nel periodo Messapico che il centro assunze una notevole importanza. I resti della possente cerchia muraria testimonia la grandezza raggiunta dal centro nel periodo messapico, accresciutosi ulteriormente in seguito alla costruzione di un porto marittimo sulla costa. Successivamente la città venne assoggettata a Municipio Romano nell’82 a.C. e prese il nome di Uxentum. Mantenne una certa rilevanza come area portuale durante il periodo imperiale, ma con la decadenza di quest’ultimo fu saccheggiata più volte. Ugento recuperò importanza con i Normanni nell’XI secolo quando venne edificato il Castello sulle rovine dell’antico Castro romano. Da vedere i resti delle Mura Messapiche che sorgono nella parte settentrionale dell’abitato, la Cattedrale, la Chiesa di S. Antonio da Padova, Il Santuario della Madonna della Luce, La Cripta del Crocifisso oltre a importanti plazzi quali Palazzo Colosso che ospita l’omonima collezione storica e l’ex convento dei Celestin all’interno del quale ha sede il Museo Civico Archeologico Salvatore Zecca. Interessante anche il Castello la cui fondazione risale al XI secolo, anche se la struttura odierna è frutto di una serie di distruzioni e ricostruzioni occorse nel corso del tempo. Oggi è una dimora privata appartenente alla famiglia nobile D’Amore. L’importanza storica dell’edificio è testimoniata dalla presenza al suo interno di grandi saloni decorati, in parte riaperti al pubblico nel 2005. Recentemente riallestiti anche il Museo Civico Archeologico e il Museo Diocesano.
Casarano
La fondazione di Casarano si fa risalire al periodo romano quando, in seguito all’occupazione dell’attuale provincia leccese, fu fondato un piccolo villaggio “Cesarianum”. Tra il XIII e il XIV secolo il nucleo abitato si scisse in due: Casaranum Magnum e Casaranum Parvum. Agli inizi del Cinquecento la popolazione abbandonò del tutto Casaranum Parvum, primo nucleo della cittadina, per spostarsi più a Nord dove dietro la spinta di nuovi “feudatari” provenienti da Napoli, si cominciò a ricostruire la nuova cittadina esclusivamente a Casaranum Magnum. Quest’ultimo divenne quindi la nuova Casarano, mentre il vecchio nucleo abitativo prese il nome di Casaranello (la piccola Casarano, evoluzione italianizzata di Casaranum Parvum). Il centro storico della cittadina è ricco di palazzi e stutture religiose che testimoniano l’importanza raggiunta dal centro. Tra le dimore nobiliari spicca Palazzo d’Acquino, meglio noto come “Il Castello” per la mole della struttura. Di notevole interesse storico-artistico la seicentesca Chiesa Madre, dedicata a Maria S.S. Annunziata, uno tra i monumenti più rilevanti del barocco salentino. Tra le altre strutture religiose più importanti il Santuario “Madonna della Campagna”che sorge su un incantevole sito collinare ad est della città, la Chiesa di Santissima Maria degli Angeli e la cinquecentesca Chiesa di San Domenico. Da vedere anche la Cripta del Crocifisso.
Paesaggi e aree naturali
Grotte – Santa Maria di Leuca
La Costa di Levante che si affaccia sul mar Adriatico è alta e rocciosa ed offre numerose e suggestive grotte scavate nei secoli dalle mareggiate. Tra le maggiori la Grotta delle Cazzafre, del Pozzo, Lu Vangare, Le Mannute, Montelungo e Grotta del Brigante. Più a Nord si apre l’insenatura del Ciolo, già nel territorio di Gagliano del Capo, che deve il suo nome al giolo, un piccolo uccello che tuttora è presente in questa zona. Sulla Costa di Ponente è presente tre le altre, un’importante cavità naturale chiamata Grotta Porcinara dove si conservano testimonianze che vanno dall’VIII al II secolo a.C. Questo sito infatti è stato nel corso del tempo dapprima un santuario messapico e successivamente un luogo sacro usato per il culto anche dai romani. L’ ingresso principale è lungo 16 metri e immette in un vestibolo che porta in un atrio con due aperture che si affacciano direttamente sul mare. Nella vicinanze si trova la Grotta del Diavolo all’interno della quale sono stati trovati dei reperti che attestano una frequentazione nel periodo preistorico e successivamente nel periodo greco. Il singolare nome si deve ai cupi rimbombi che si possono ascoltare all’interno della cavità, profonda circa 30 metri. Le pareti presentano diverse iscrizioni greche e latine con nomi di navi, marinai oltre a numerosi croci scolpite databili tra il III ed il I secolo a.C.
Parco naturalistico “Bosco Occhiazzi” – Ruffano
Il Parco naturalistico del Bosco Occhiazzi di Ruffano si estende per circa due ettari nelle campagne di Ruffano, in prossimità della Serra che conduce a Casarano. La riserva naturale conserva ancora flora e fauna tipica della zona in un ecosistema sopravvissuto alle coltivazioni di tipo estensivo e conservatosi pressoché integro fino ai giorni nostri. A partire dal 2008 è possibile visitare il parco ed immergersi nella natura usando dei percorsi appositamente studiati, percorrendo sentieri naturali che coprono l’intero bosco formatisi per il passaggio dell’uomo e degli animali. La vegetazione del parco comprende numerosi ulivi secolari e molte delle specie tipiche della macchia mediterranea, come ginestre, mirto, cisti ed orchidee selvatiche. Si possono osservare inoltre numerose specie di insetti, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi. L’area è munita anche di panche e tavoli destinati alla sosta ed al riposo.
Parco naturalistico “Bosco Occhiazzi”
Comune: Ruffano
Indirizzo: Corso Margherita di Savoia, 73049 Ruffano
Contatti Tel. 0833/695531 E-mail: ufficiotecnico@comune.ruffano.le.it
Apertura al pubblico: su appuntamento da lunedì a venerdì
Sito web: www.comune.ruffano.le.it
Ingresso: gratuito
Categoria Parco naturale
Arte e cultura
La Grotta delle Veneri fu individuata a metà degli anni ’60 dal prof. Piscopo, in loc. Tufara, a circa 2 Km a Nord-Ovest di Parabita.
Si tratta di una cavità naturale in cui è stato ritrovato un insediamento ad uso sia abitativo che cultuale risalente al periodo compreso tra il Paleolitico Medio e gli inizi dell’Età del Bronzo, come testimoniano i numerosi ritrovamenti rinvenuti sia all’interno che nelle vicinanze della grotta.
La cavità si sviluppa per una lunghezza di oltre un centinaio di metri e può essere divisa in due settori: la grotta-riparo esterna e la grotta interna.
Danno il nome alla grotta due statuette femminili appartenenti alla facies gravettiana, scolpite in osso di cavallo dell’altezza di 9,6 cm l’una e 6,7 cm l’altra, riproducenti donne in stato di gravidanza.
Di particolare rilevanza risulta il rinvenimento di una tomba con corredo, databile al Paleolitico Superiore e in parte asportata già dalle realizzazione di buche in età neolitica.
Dalle ricerche archeologiche condotte nella grotta e nell’area ad essa adiacente è stato possibile dedurre che la grotta continua la sua funzione come luogo di culto, ma viene abbandonata come luogo di insediamento intorno al 3000 a.C., quando la popolazione si sposta poco più a Sud-Ovest fondando il villaggio protostorico in loc. Masseria Vecchia, attestato dall’età del Bronzo.
La Grotta delle Veneri
Comune: Parabita
Indirizzo: S.P. 43 Tuglie – Collepasso, loc. Tufara
Informazioni: www.leveneridiparabita.it
Categoria: Archeologia
Tipologia : Sito Archeologico
Periodo: Preistorico
Il Santuario “Santa Maria de Finibus Terrae” a Leuca nasce su un antico tempio pagano dedicato alla dea Minerva. La tradizione vuole che il primo impianto di questo santuario sia stato fatto realizzare da S. Pietro una volta approdato sulla costa adiacente. Distrutto e ricostruito più volte nel corso dei secoli a causa dei numerosi attacchi da parte dei turchi, la struttura attuale conserva le forme risalenti al Settecento. La Basilica ha pianta a croce latina con un’unica grande navata culminante in un pulpito lapideo, dove si trova una rappresentazione del crollo del tempio mentre appariva S. Pietro sormontato dallo stemma del vescovo Giannelli. Sull’Altare Maggiore è presente un’antica rappresentazione della Vergine. Il passaggio dal culto pagano a quello cristianesimo è testimoniato da un’iscrizione posta all’ingresso del santuario. Antistante il santuario, un alta colonna con un capitello corinzio e con in cima una croce in pietra, rievoca il pellegrinaggio giubilare del 1900 e il passaggio di San Pietro. Secondo la tradizione popolare la visita al santuario è il primo passo per accedere al Paradiso.
Santuario “Santa Maria de Finibus Terrae”
Comune: Marina di Leuca (Lecce)
Indirizzo: Piazza Giovanni XXIII
Informazioni: Tel. 0833 758636, info@basilicaleuca.it
Categoria: Architettura religiosa
Tipologia : Chiesa
Periodo: Settecento
La Cripta del Crocifisso o di S. Costantina è un ambiente ipogeo naturale trasformato in luogo di culto dai bizantini nell’XI secolo. Nel grande ambiente sotterraneo i monaci basiliani realizzarono una cripta alla quale si acceda attraverso un’entrata adiacente ai ruderi di un’antica abbazia benedettina del XV sec. La cripta rappresenta un importante sito preistorico, storico e naturalistico. Graffiti di epoca paleolitica e fossili risalenti a comunità del periodo Neolitico convivono con importanti affreschi sulle pareti della grotta, raffiguranti un Crocifisso e S. Costantina. La cripta fu da sempre un centro spirituale e luogo di incontro delle comunità vicine. Verso la fine del secolo scorso però la devozione andò calando e il luogo cadde sempre più in stato di abbandonato; vessato dall’incuria e dal vandalismo fu utilizzato solo sporadicamente per il culto e la devozione popolare. Negli ultimi anni comunque il sito è tornato ad essere usato in vari periodi dell’annno per alcune celebrazioni.
La Cripta del Crocifisso – Casarano
Comune: Casarano (Lecce)
Indirizzo: contrada Manfio
Informazioni: http://www.criptacrocefisso.it/
Categoria: Architettura religiosa
Tipologia : Cripta
Periodo: Bizantino
La Cripta del Crocefisso è una piccola stuttura ipogea adibita nei secoli a luogo di culto ubicata a circa un chilometro dal centro di Ugento. Posta sulla via Traiana Sallentina, nel corso dei secoli è stata una sosta obbligata per i tanti pellegrini che si recavano presso il santuario di Santa Maria de Finibus Terrae a Leuca. La Cripta del Crocefisso è solo una delle tante strutture religiose su modello del monachesiomo orientale sorte nel Salento tra XIII e XIV secolo; si differenzia dalle altre per la decorazione pittorica della volta costituita da scudi crociati rossi e neri, figure apotropaiche quali il grifone e l’idra, oltre a simboli legati alla sfera religiosa. un ciclo di affreschi ricopre le pareti lungo il perimetro dell’ipogeo databili tra XIII sec. al XVII sec., costituito da icone richiamanti l’arte bizantina e il culto greco. Recenti lavori di restauro hanno portato alla luce una serie di sepolture ricavate nel banco roccioso che circonda l’ipogeo, originariamente al livello dell’antico piano di calpestio.
La Cripta del Crocifisso – Ugento
Comune: Ugento (Lecce)
Indirizzo: SP 206
Informazioni: 0833.555819
Categoria: Architettura religiosa
Tipologia : Cripta
Periodo: Bizantino
La Madonna della Coltura (un’abbreviazione di Madonna dell’Agricoltura) è la protettrice di Parabita. La nascita del culto si deve ad una leggenda secondo la quale un agricoltore arando i sui campi con una coppia di buoi ritrovò un monolite su cui era stata dipinta l’immagine della Vergine col Bambino e proprio in quel punto si decise di edificare una cappella votiva. Probabilmente la cappella doveva essere quella del XIV secolo, della quale oggi non si conserva nulla poiché al suo posto è stata costruita dapprima una chiesa nel seicento e successivamente l’attuale Basilica degli inizi del novecento. La struttura è in stile romanico ha sulla facciata un grande rosone e un protiro sormontato da una lunetta decorata con un mosaico raffigurante il Cristo Re. L’interno a tre navate custodisce nell’abside centrale il prezioso monolito affrescato con l’immagine della Madonna col Bambino. Accanto alla basilica sorge il convento dei Domenicani.
Basilica di Santa Maria della Coltura
Comune: Parabita
Indirizzo: Piazza Regina del Cielo, 1
Informazioni: Tel. +39.0833.593217, www.basilicasantuariomadonnadellacoltura.it
Categoria: Architettura religiosa
Tipologia : Chiesa
Periodo: Moderno
Musei
Il Museo della Radio di Tuglie ha sede nei locali restaurati annessi ad un frantoio ipogeo del XVII secolo, un tempo appartenente alla famiglia Marulli. La collezione comprende apparecchi radio e strumentazioni scientifiche che l’appassionato ricercatore Salvatore Giuseppe Micali ha raccolto in 35 anni di lavoro come Sottoufficiale Marconista della Marina Militare. Nel Museo si conservano molti materiali rari e di notevole pregio: dal trasmettitore telegrafico automatico Edison (USA 1893) ai ricevitori a galena, dai ricevitori di primo Novecento a quelli degli anni Settanta. Il Museo possiede anche una Biblioteca ed emeroteca specializzata in storia e tecnica della comunicazione radiofonica.
Museo della Radio
Comune: Tuglie
Categoria: Scienza e Tecnica
Indirizzo del Museo: Via Vittorio Veneto, Tuglie
Contatti Tel 0833/597747, E-mail: info@museoradiotuglie.it
Apertura al pubblico: giovedì e sabato 17.00 – 20.00
Sito web: www.museoradiotuglie.com
Ingresso: 1,00 €
Il Museo della Civiltà contadina, inaugurato nel 1982, ha sede nel seicentesco Palazzo Ducale di Tuglie. La collezione raccoglie tutta una serie di oggetti e utensili che raccontano la vita e il lavoro in un periodo compreso che va dal XVII secolo alla Seconda Guerra Mondiale. La cospicua raccolta di testimonianze della civiltà rurale comprende gli attrezzi del lavoro nei campi, quelli utilizzati dai falegnami, gli utensili del fabbro, del maniscalco, del carpentiere, accanto ad oggetti d’uso quotidiano e giocattoli per bambini. Il Museo inoltre è dotato di una piccola biblioteca specializzata sugli autori locali e sulle pratiche agricole e possiede anche una fototeca con immagini che raccontano la storia di Tuglie.
Museo della Civiltà Contadina
Comune: Tuglie
Categoria: Etno- Antropologico
Indirizzo Via Venturi, Tuglie
Contatti: Tel 0833/596038, E-mail: info@civiltacontadina.com
Apertura al pubblico: su prenotazione
Sito web: www.civiltacontadina.com
Ingresso: ingresso gratuito
Inaugurato nel 2002, il Museo della Civiltà Contadina ha sede nella storica dimora di Palazzo Pasanisi a Torrepaduli. La collezione museale comprende una serie di oggetti ed utensili che ricostruiscono le antiche pratiche produttive e la vita quotidiana delle antiche famiglie dell’epoca.
Alcuni ambienti sono stati restaurati conservando l’originaria destinazione degli stessi, altri invece sono stati organizzati in funzione dei laboratori. Tra gli oggetti in mostra vi sono utensili, strumenti vari e perfino dei vecchi giocattoli. Negli ultimi anni il Museo è divenuto sede di manifestazioni culturali e spettacoli.
Museo della Civiltà Contadina
Comune: Ruffano – frazione di Torre Paduli
Categoria: Etno- Antropologico
Indirizzo: Via Torricella 27, Torre Paduli (Ruffano)
Contatti: Tel 0833/691616, E-mail: anzianitorrepaduli@torrepaduli.it
Apertura al pubblico: su prenotazione
Sito web: www.anzianitorrepaduli.it
Ingresso: € 2,00
Il Museo delle Arti e della Filosofia di Tiggiano è allestito nel Palazzo Serafini-Sauli (odierno Palazzo Baronale) dove ha sede anche la Biblioteca pubblica. Il museo raccoglie numerosi oggetti e vari attrezzi anticamente utilizzati per i lavori nei campi o la produzione di olio e vino. Si possono ammirare antichi strumenti di misurazione del peso accanto ad altri attrezzi e immagini d’epoca che ricostruiscono le tradizioni popolari e le antiche pratiche artigianali e lavorative proprie del piccolo centro salentino a cavallo tra la fine dell’Ottocento ed il Novecento.
Museo delle Arti e della Filosofia
Comune: Tiggiano
Categoria: Etno-Antropologico
Indirizzo: Piazza Castello, Tiggiano
Contatti: Tel 0833/531251, E-mail: ccm@comune.tiggiano.le.it
Apertura al pubblico: lunedì, martedì e giovedì 15.30 – 19.00
Sito web: www.comune.tiggiano.le.it
Ingresso: gratuito
Il Museo del Bosco è allestito all’interno del suggestivo Castello di Supersano. Nato nel 2011 per preservare la memoria storica del Bosco del Belvedere, un ecosistema del territorio del basso Salento, non più esistente. Attraverso reperti, pannelli didattici ed alcune ricostruzioni viene ripercorsa la storia di questo luogo, dall’occupazione allo sfruttamento da parte dell’uomo, dal Paleolitico fino all’età moderna. Il Museo ospita l’importante ricostruzione dell’ecosistema del Bosco del Belvedere, con vere piante e riproduzioni grafiche e tridimensionali. Ricca è la raccolta etnografica di oggetti e strumenti legati agli antichi mestieri che utilizzavano il Bosco come risorsa.
All’ultimo piano della struttura si trova una collezione archeologica che comprende vasi ed armi rinvenute nel villaggio medioevale che sorgeva in località Scorpo, recentemente oggetto di varie indagini archeologiche.
Museo del Bosco – MuBo
Comune: Supersano
Categoria: Archeologico ed Etno-Antropologico
Indirizzo: Piazza IV Novembre, 73040 Supersano
Contatti Tel 0833/632514, E-mail: segreteria.supersano@libero.it
Apertura al pubblico: da lunedì a venerdì 9,00-13,00
Sito web: www.comune.supersano.le.it
Il Museo comunale di Specchia è organizzato in quattro grandi sale che sviluppano tre tematiche principali: la civiltà contadina, il bosco e le fonti rinnovabili. Il museo infatti è nato per salvaguardare la memoria storica del territorio e per incoraggiare l’utilizzo delle fonti rinnovabili per produrre energia. Il Museo di Specchia presenta quattro ambienti tematici. Molto particolare è la sala del Bosco delle Sensazioni che offre una suggestiva ricostruzione del bosco di Specchia, alla scoperta dei prodigi del legno. Nella Sala delle Energie rinnovabili, attraverso una serie di giochi e di ricostruzioni tridimensionali, si va dall’uso del legno a scopo energetico alla pala eolica di Cardigliano. Nella sala che accoglie le testimonianze della civiltà contadine ed artigianale, infine, si possono ammirare oggetti che testimoniano il forte legame esistente tra uomo e natura.
Museo di Specchia: dalla Civiltà Contadina ed Artigianale al Museo del Bosco e delle Fonti Rinnovabili
Comune: Specchia
Categoria: Etno- Antropologico
Indirizzo: Contrada Comunale Casina Croci, Specchia
Contatti Tel. 0833/536293, E-mail: segreteria@comune.specchia.le.it
Apertura al pubblico: su prenotazione
Sito web: www.specchiamuseoenergiambiente.it
Ingresso: gratuito
Nella città natale di Don Tonino Bello, proprio di fronte alla Cattedrale settecentesca, ha sede il Museo Internazionale Mariano d’Arte Contemporanea. Il museo raccoglie oltre 350 opere d’arte a tematica mariana, realizzate dai più importanti esponente dell’arte italiana e internazionale tra cui: Salvatore Fiume, Ernesto Treccani, Luigi Guerricchio e Alessandro Nastasio. Le opere possiedono contemporaneamente la leggibilità del sacro e la tendenza alla sperimentazione dell’arte contemporanea.
M.I.M.A.C.
(Museo Internazionale Mariano d’Arte Contemporanea)
Comune: Alessano
Categoria: Artistico
Indirizzo: Piazza Don Tonino Bello 42, Alessano
Contatti: Tel.: 0833/781334 E-mail: webmaster@dontonino.it
Sito web: www.dontonino.it
Apertura al pubblico: su prenotazione
Ingresso: gratuito
Il Museo, intitolato al patriota e giurista Liborio Romano sorge nella residenza un tempo appartenuta alla famiglia Romano e recentemente restaurata con progetto museografico. Il museo conserva numerosi oggetti provenienti dalla collezione privata di Liborio Romano il quale affiancò all’attività politica, che lo portò a divenire Ministro e Deputato del Regno d’Italia, la passione da collezionista. Alcuni reperti provengono dalla vicina Vereto, antica città messapica oggetto di numerose campagne di scavo archeologico negli anni scorsi. Dell’antico centro sulle cui rovine sorse il primo insediamento abitativo di Patù, oggi rimane un’area archeologica all’interno della quale è possibile seguire dei percorsi di visita appositamente attrezzati.
Museo Archeologico “Liborio Romano”
Comune: Patù
Categoria: Archeologico
Indirizzo del Museo: Piazza Indipendenza, Patù
Contatti: Tel. 0832/752061
E-mail: ufficiotecnico@comune.patu.le.it
Apertura al pubblico: su prenotazione
Ingresso: gratuito
Il Museo, nato nel 1989, è ospitato in alcuni ambienti al primo piano dei Palazzo Ducale. Gli oggetti che conserva sono stati donati in parte da privati cittadini di Presicce e comprende 300 pezzi, distribuiti all’interno di sale tematiche. Gli antichi attrezzi da lavoro ed altri oggetti un tempo appartenuti a contadini, falegnami, fabbri, bottai, ciabattini, tessitrici e frantoiani sono stati sono stati inseriti in una delle quattro stanze tematiche: la stanza del fuoco, la stanza dell’acqua, la stanza della terra, la stanza del tempo. Molti oggetti ricostituiscono le antiche pratiche di produzione dell’olio in virtù delle quali l’istituzione è stata inserita nel circuito nazionale delle “Strade dell’olio”. Tra gli oggetti più preziosi si segnalano un aratro in legno, un telaio alcuni setacci per farina e l’antico orologio del campanile della Chiesa Matrice risalente al 1879 e recentemente restaurato.
Museo della Civiltà Contadina
Comune: Presicce
Categoria Etno-antropologico
Indirizzo: Piazza del Popolo, Presicce
Contatti: Telefono: 339/7474418, E-mail: ro.quaranta@libero.it
Sito web: www.museodellaciviltacontadina.net
Apertura al pubblico: su prenotazione
Ingresso: gratuito
Il Museo Vito Mele è allestito in alcuni locali adiacenti al Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae. Venne inaugurato nel 2004 ed è dedicato allo scultore salentino Vito Mele, originario di Presicce.
La collezione permanente comprende più di 120 opere eseguite da artisti di fama internazionale. Accanto a numerosi pezzi realizzati dallo scultore salentino e da suoi conterranei sono affiancate opere di altri artisti che vanno dalla fine dell’ottocento fino ai giorni nostri. Tra gli artisti spiccano Medardo Rosso, Leonardo Bistolfi e Vincenzo Gemito. Da vedere anche la sezione dedicata agli artisti contemporanei tra cui spiccano i nomi di Aldo Calò, Ezechiele Leandro, Bruno Maggio, Ugo Nespolo, Arnaldo e Giò Pomodoro, Ivo Soldini ed Eros Pellini.
Museum Vito Mele
Comune: Castrignano del capo
Categoria: Artistico
Indirizzo: Piazza del Santuario, Castrignano del Capo
Contatti: Tel: 0836/542611, Fax: 0836/542637
E-mail: bibliotecaruffano@libero.it,
Sito web: www.museomele.it
La pinacoteca comunale di Ruffano è ospitata nel settecentesco Convento dei Cappuccini. La collezione permanente raccoglie circa 300 opere d’arte contemporanea tra sculture, pitture e grafiche, alcune delle quali realizzate da rinomati artisti del Novecento quali Walter Lazzaro, Goliardo Padova, Ibrahim Kodra, Antonio Pizzolante, Giovanni Conservo, Salvatore Fiume e Luigi Veronesi. Spesso vengono realizzate mostre temporanee che seguono le tematiche quali il realismo esistenziale, l’astrattismo o l’arte cinetica. Il Convento dei Cappuccini è inoltre un vero e proprio polo culturale poiché ospita al suo interno oltre alla pinacoteca anche una Biblioteca dove è possibile consultare cataloghi e testi critici inerenti gli artisti presenti nella collezione.
Pinacoteca comunale
Comune: Ruffano
Categoria: Artistico
Indirizzo: Piazza della Libertà, Ruffano
Telefono: 0833/695529, E-mail: bibliotecaruffano@libero.it
Sito web: www.comune.ruffano.le.it/arte_e_cultura/pinacoteca.asp
Apertura al pubblico: da lunedì a venerdì 15,30-19,30
Ingresso: gratuito
Inaugurato nel 2008, il Museo del Giunco Palustre è ospitato nell’ottocentesco Palazzo Villani di Acquarica del Capo. Il museo nato per valorizzare la storica arte della lavorazione del giunco palustre, ospita al suo interno numerosi pannelli didattici che raccontano le diverse fasi di lavorazione dei giunchi secondo una pratica secolare gelosamente custodita dalle donne di Acquarica, che lavoravano come cestinaie. Tra le varie fasi di lavorazione sono illustrate la raccolta effettuata esclusivamente dagli uomini, l’essiccazione e la zolfatura, che avveniva in particolari stanzini – le stufe – dove si bruciavano dei carboni con dello zolfo. L’intreccio dei giunchi rappresentava la fase finale del processo ed era affidato alle spineti mani delle donne.
Da non perdere è lo straordinario Presepe di Giunco realizzato quasi mezzo secolo fa dalla signora Addolorata Olimpio, conservato in teche di vetro.
Museo del Giunco Palustre
Comune: Acquarica del Capo
Categoria: Etno-Antropologico
Indirizzo: Piazza dell’Amicizia, Acquarica del Capo
E-mail: servizisociali.acquaricadelcapo@pec.rupar.puglia.it
Contatti: Tel: 0833/721106 Fax: 0833/730257
Apertura al pubblico: su prenotazione
Ingresso: gratuito
Il Museo Civico di Archeologia sorge nell’antico Convento dei Francescani di Santa Maria della Pietà. Il complesso monumentale è stato di recente restaurato per accogliere il museo e una moderna sala conferenze, ricavata nell’antico refettorio del Convento. Il museo, inaugurato nel 2009, presenta un allestimento ricco e innovativo che raccoglie le testimonianze archeologiche dell’abitato ugentino nel corso dei secoli. Gli spazi espositivi sono distribuiti in due piani e accolgono, nelle diverse sale e all’interno del chiostro, reperti che vanno dalla Preistoria al Medioevo affiancati da pannelli didattici. Le collezioni comprendono anche materiale ceramico del periodo messapico, alcuni dei quali rinvenuti nel corso delle recenti campagne di scavo. Nel Museo si può ammirare la famosa Tomba dell’Atleta, numerose ricostruzioni ambientali ed una ricca collezione numismatica.
Nuovo Museo Archeologico di Ugento (Museo Civico)
Comune: Ugento
Categoria: Archeologico
Indirizzo: Largo Sant’Antonio, Ugento
Contatti: Tel 0833/5548437, E-mail: studioarcheo@libero.it
Apertura al pubblico: tutti i giorni 10.00 -12.00, 17.00 – 21.00
Sito web: www.visitaugento.it
Ingresso: € 3,00
Il Museo della Diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca ha sede nella cripta della Cattedrale, un tempo luogo di sepoltura per il clero e per i cittadini più in vista. La collezione comprende tutta una serie di oggetti e opere d’arte tra cui dipinti su tela, statue devozionali in cartapesta, paramenti sacri, nonché messali, pergamene, antifonari e carteglorie. Tanti anche i preziosi arredi sacri, per la maggior parte in argento, come i calici, le pissidi e i tronetti eucaristici. Il patrimonio del Museo Diocesano di Ugento è articolato in 6 sale, dotate di vetrine di cristallo, supporti vari e pannelli illustrativi.
Museo Diocesano
Comune: Ugento
Categoria: Artistico
Indirizzo: Via die Cesari, Ugento
Contatti: Tel 339/1755317 E-mail: indinog@tin.it
Apertura al pubblico: su prenotazione
Sito web: www.diocesiugento.org
Ingresso: € 2,00